La Tenuta di San Rossore
 

“Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.”

(San Bernardo di Chiaravalle)


La Tenuta di San Rossore è il cuore del grande Parco Regionale che - istituito nel 1979 - copre la fascia costiera da Viareggio a Livorno.

La tenuta si estende per 4.800 ettari e possiede una flora variegata che, in boschi di farnie, pioppi, frassini, ontani e pini, ospita anche rarità vegetali come la Periploca graeca e la Drosera rotundifolia. Anche la fauna è ricca: la macchia è popolata da cinghiali, daini, volpi e altri piccoli mammiferi, oltre a circa duecento varietà di uccelli, tra cui il Cavaliere d’Italia. Nella tenuta è attivo un importante ippodromo per corse al galoppo e, in località Le Sterpaie, dal recupero di edifici esistenti, è stato ricavato un centro di accoglienza e di residenza turistica destinato ad ampliarsi. Un’ampia strada attraversa la macchia e conduce al Gombo, sulle rive del Tirreno, ove Byron fece cremare il cadavere dell’amico Shelley, ivi morto il 7 luglio 1822.

La tenuta fu via via proprietà della Mensa Arcivescovile, dei Medici, dei Savoia, della Presidenza della Repubblica: oggi appartiene alla Regione Toscana.


La Tenuta di San Rossore è racchiusa fra il fiume Serchio a nord, l'Arno a sud e il Mar Tirreno a ovest. Comprende aree boschive, agricole, ad est dei boschi, e la ex tenuta presidenziale, ora di proprietà della Regione.

La morfologia del territorio è caratterizzata dall’alternarsi di dune, i "cotoni" o tomboli, alti anche più di 10 metri e da zone depresse, interdunali, in parte periodicamente allagate, le "lame". Una formazione che è datata più di 4000 anni fa  e generatasi a seguito della deposizione di materiale sabbioso di provenienza marina e fluviale (depositi alluvionali dei fiumi Arno e Serchio). L’assetto attuale della Tenuta non corrisponde sicuramente a quello originale, bisogna considerare i numerosi interventi umani. Fino al II secolo a.C., il fiume Serchio formava un lago nella pianura della città di Lucca, per poi sboccare direttamente nel fiume Arno; quest’ultimo formava a sua volta un ampio sistema deltizio e lagunare. I Romani denominarono la zona che si estendeva tra i monti Livornesi e Filettole "Selva Palatina".

Già nel IX secolo d.c. il vescovo San Fedriano, dietro richiesta dei lucchesi, e allo scopo di bonificare la piana di Lucca, intraprese l’opera di deviazione del fiume Serchio, spostandone il corso più a nord e portandolo a sfociare direttamente in mare all’altezza di Migliarino (Pi). Nel 1600 fu operato il "Taglio Ferdinandeo" sotto la direzione di Ferdinando II dei Medici,  spostamento della foce dell’Arno verso nord per impedire eventuali insabbiamenti del porto di Livorno. Nel 1732 i Lorena, succeduti ai Medici nel governo del Granducato, per rispondere alla crescente necessità di legname da costruzione, iniziarono una incisiva azione di riforestazione.
In quest'epoca si afferma la coltivazione delle pinete da pinoli sui tomboli che assumerà sempre maggiore importanza economica, almeno fino all'odierno dopo guerra. Iniziò inoltre il riassetto idraulico complessivo della Tenuta attraverso una intensa opera di bonifica" per colmata. Successivamente la Tenuta passò alla Corona d’Italia, e infine, con la proclamazione della Repubblica Italiana, San Rossore è passata alla Presidenza della Repubblica. Dalla fine del 1996 la gestione è di competenza della Regione Toscana, che nel maggio 2000 l’ha passata all'Ente Parco Regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli.

Il risultato di queste numerose trasformazioni, ad opera della natura e dell’uomo, è un paesaggio fondamentalmente caratterizato da zone asciutte, dove troviamo le classiche pinete, piantate a scopo protettivo (delle retrostanti colture agricole) e produttivo (pinoli e legno), quasi sempre associate al leccio (specie autoctona), e da zone umide, le "lame", dove sono rimasti boschi planiziali originari a latifoglie che caratterizzano anche l’area che il nostro itinerario attraversa.


Realizzato con un Mac

web designer: Marcello Marinelli

VISITE GUIDATE TUTTO L’ANNO

RISERVA DEL PADULETTO 
PERCORSO ACCESSIBILE 
“SABRINA BULLERI”


		

Difficoltà:  (T) itinerario turistico
Durata: mezza giornata, pranzo al sacco
Descrizione: L’itinerario attraversa delle zone umide e boschi in direzione del Fiume Morto Nuovo, fino all’Osservatorio Faunistico dove è prevista una sosta.
Dall’osservatorio si osserva l’ampia zona umida del Paduletto dove è possibile avvistare sia uccelli acquatici che ungulati. Superato l’osservatorio ci inoltriamo in una zona boscata fino a raggiungere il Fiume Morto Nuovo; in questa zona è prevista la sosta pranzo nei prati ombreggiati dai frassini. Proseguendo il cammino si costeggiano zone di pineta che sono state oggetto di manutenzione boschiva. Successivamente si arriva al percorso Sabrina Bulleri dove un sentiero attrezzato anche per i diversamente abili, (area dei colori, area dei suoni, area del tatto) percorre un antico bosco misto con querce secolari uniche per bellezza nel quale si apre un laghetto molto suggestivo dal nome La Buca delle Ghiande dove si possono avvistare uccelli acquatici.
Dopo una sosta nell’area attrezzata si prosegue verso Via del Gombo lo storico viale di pini molto suggestivo specialmente al tramonto, mediante il quale si fa ritorno alla zona dove si sono parcheggiate le auto. 
Ritrovo: ore 09.30  Sede WWF (Via Betti, Complesso Scolastico Concetto Marchesi) o davanti al Centro Visite del Parco alle ore 10.00
Info e prenotazioni: Marcello Marinelli 349/8542253 email: marinelli.marcello@gmail.com marinelli.marcello@pec.it 
  mailto:marinelli.marcello@gmail.commailto:marinelli.marcello@pec.itshapeimage_4_link_0shapeimage_4_link_1


Tenuta di San Rossore:
OSSERVIAMO LA NIDIFICAZIONE DEL FRATINO





Escursione periodo dal mese di  aprile fino alla fine del mese di giugno
Descrizione  Fratino (Caradrius alexandrinus) 
Il fratino, piccolo ed ormai raro limicolo minacciato in tutto il mediterraneo e per questo diventato simbolo di ambienti dunali integri che nidifica dal mese di aprile fino al mese di giugno e inserito all’interno del Piano Regionale della Biodiversità adottato dalla Regione Toscana con il contributo del WWF Italia.
E’ un piccolo ed esile limicolo che si può incontrare sul bagnasciuga delle nostre spiagge. Purtroppo i sistemi di pulizia meccanizzata della sabbia le pochissime spiagge libere rimaste ed il crescente malcostume di lasciare liberi i cani lungo le spiagge, rende sempre più difficile la riproduzione della specie che nidifica nel bel mezzo delle nostre spiagge sabbiose nei periodi aprile-giugno di ogni anno. In pochi anni le riproduzioni di coppie di fratino si sono ridotte drasticamente e la specie è oggi inserita tra quelle protette dalle direttive europee per l'elevato rischio di estinzione e la significatività nell'habitat di duna. Il Fratino, è una specie tipica delle coste sabbiose dell’Europa sud-orientale; in molti Paesi è in regresso, mentre in Italia, Francia e Spagna mantiene popolazioni apparentemente stabili. Nel Parco di San Rossore è presente come nidificante lungo le spiagge. Tra i problemi di conservazione più rilevanti si segnala il disturbo antropico durante la nidificazione e il rischio elevato di distruzione dei nidi causato dalla presenza di cani vaganti. Le aree di nidificazione della specie necessitano di una gestione mirata, finalizzata alla riduzione del rischio di predazione al nido e del disturbo diretto. Per evitare completamente la predazione sarebbe necessaria una recinzione antintrusione. L'itinerario attraversa una zona boscata di pineta e procede nella macchia mediterranea fino a raggiungere la zona dunale che raggiunge i due metri sul livello medio del mare per poi discendere e terminare sull'arenile. Il sentiero, realizzato da pedane e passerelle in legno parzialmente sollevate da terra, è accessibile anche alle persone con disabilità motorie. Il percorso è delimitato da staccionate in legno che evitano il danneggiamento alla vegetazione circostante e alla superficie dunale permettono di raggiungere la spiaggia evitando al tempo stesso il danneggiamento della duna.
Itinerario Cascine Vecchie - Torre Riccardi – Fortino – dune – spiaggia (Il percorso, che è lungo complessivamente 350 mt, dal "Fortino Nuovo" conduce fino alla spiaggia dove si possono apprezzare le risorse naturalistiche della zona. L'itinerario attraversa una zona boscata di pineta e procede nella macchia mediterranea fino a raggiungere la zona dunale che raggiunge i due metri sul livello medio del mare per poi discendere e terminare sull'arenile.
Il sentiero, realizzato da pedane e passerelle in legno parzialmente sollevate da terra, è accessibile anche alle persone con disabilità motorie. Il percorso è delimitato da staccionate in legno che evitano il danneggiamento alla vegetazione circostante e alla superficie dunale permettono di raggiungere la spiaggia evitando al tempo stesso il danneggiamento della duna.
Lungo il percorso sono ubicate aree di sosta con pannelli didattici e punti di osservazione)
Durata   mezza guiornata
Dislivello 0/2 m
Difficoltà  ( T ) itinerario turistico 
Ritrovo  ore 09.00 Presso il Centro Visite San Rossore, Loc. Cascine Vecchie (PI)
Guida  Marcello Marinelli 3498542253 marinelli.marcello@gmail.com marinelli.marcello@pec.it 
quota di partecipazione  6,00 € a persona, comprendente copertura assicurativa; Per motivi organizzativi è obbligatoria la prenotazione
note:  L'escursione è condotta da una Guida Ambientale Escursionistica, ai sensi della L.R. 42/2000 e successive modifiche. In caso di maltempo l'escursione potrà essere rimandata ad altra data
I trasferimenti verranno effettuati con i mezzi propri. La partecipazione alle gite implica la piena osservanza da parte dei partecipanti delle disposizioni relative all’accompagnamento, all’abbigliamento e a quant’altro opportuno, impartite dagli organizzatori
Si raccomanda abbigliamento comodo, scarpe da trekking, copricapo, una borraccia d’acqua 
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al referente dell'escursione


Tenuta di San Rossore:
I PULLUS DI FRATINO CI SALUTANO




.
Escursione periodo dalla metà fino alla fine del mese di giugno
Descrizione  Fratino (Caradrius alexandrinus) 
Il fratino, piccolo ed ormai raro limicolo minacciato in tutto il mediterraneo e per questo diventato simbolo di ambienti dunali integri che nidifica dal mese di aprile fino al mese di giugno e inserito all’interno del Piano Regionale della Biodiversità adottato dalla Regione Toscana con il contributo del WWF Italia.
E’ un piccolo ed esile limicolo che si può incontrare sul bagnasciuga delle nostre spiagge. Purtroppo i sistemi di pulizia meccanizzata della sabbia le pochissime spiagge libere rimaste ed il crescente malcostume di lasciare liberi i cani lungo le spiagge, rende sempre più difficile la riproduzione della specie che nidifica nel bel mezzo delle nostre spiagge sabbiose nei periodi aprile-giugno di ogni anno. In pochi anni le riproduzioni di coppie di fratino si sono ridotte drasticamente e la specie è oggi inserita tra quelle protette dalle direttive europee per l'elevato rischio di estinzione e la significatività nell'habitat di duna. Il Fratino, è una specie tipica delle coste sabbiose dell’Europa sud-orientale; in molti Paesi è in regresso, mentre in Italia, Francia e Spagna mantiene popolazioni apparentemente stabili. Nel Parco di San Rossore è presente come nidificante lungo le spiagge. Tra i problemi di conservazione più rilevanti si segnala il disturbo antropico durante la nidificazione e il rischio elevato di distruzione dei nidi causato dalla presenza di cani vaganti. Le aree di nidificazione della specie necessitano di una gestione mirata, finalizzata alla riduzione del rischio di predazione al nido e del disturbo diretto. Per evitare completamente la predazione sarebbe necessaria una recinzione antintrusione. L'itinerario attraversa una zona boscata di pineta e procede nella macchia mediterranea fino a raggiungere la zona dunale che raggiunge i due metri sul livello medio del mare per poi discendere e terminare sull'arenile. Il sentiero, realizzato da pedane e passerelle in legno parzialmente sollevate da terra, è accessibile anche alle persone con disabilità motorie. Il percorso è delimitato da staccionate in legno che evitano il danneggiamento alla vegetazione circostante e alla superficie dunale permettono di raggiungere la spiaggia evitando al tempo stesso il danneggiamento della duna.
Itinerario Cascine Vecchie - Torre Riccardi – Fortino – dune – spiaggia (Il percorso, che è lungo complessivamente 350 mt, dal "Fortino Nuovo" conduce fino alla spiaggia dove si possono apprezzare le risorse naturalistiche della zona. L'itinerario attraversa una zona boscata di pineta e procede nella macchia mediterranea fino a raggiungere la zona dunale che raggiunge i due metri sul livello medio del mare per poi discendere e terminare sull'arenile.
Il sentiero, realizzato da pedane e passerelle in legno parzialmente sollevate da terra, è accessibile anche alle persone con disabilità motorie. Il percorso è delimitato da staccionate in legno che evitano il danneggiamento alla vegetazione circostante e alla superficie dunale permettono di raggiungere la spiaggia evitando al tempo stesso il danneggiamento della duna.
Lungo il percorso sono ubicate aree di sosta con pannelli didattici e punti di osservazione)
Durata   mezza guiornata
Dislivello 0/2 m
Difficoltà  ( T ) itinerario turistico 
Ritrovo  ore 09.00 Presso il Centro Visite San Rossore, Loc. Cascine Vecchie (PI)
Guida  Marcello Marinelli 3498542253 marinelli.marcello@gmail.com
quota di partecipazione  6,00 € a persona, comprendente copertura assicurativa; Per motivi organizzativi è obbligatoria la prenotazione
note:  L'escursione è condotta da una Guida Ambientale Escursionistica, ai sensi della L.R. 42/2000 e successive modifiche. In caso di maltempo l'escursione potrà essere rimandata ad altra data
I trasferimenti verranno effettuati con i mezzi propri. La partecipazione alle gite implica la piena osservanza da parte dei partecipanti delle disposizioni relative all’accompagnamento, all’abbigliamento e a quant’altro opportuno, impartite dagli organizzatori
Si raccomanda abbigliamento comodo, scarpe da trekking, copricapo, una borraccia d’acqua 
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al referente dell'escursione


 “Chiuso di Capomandria: 
Sentiero dei Tre Pini 
a San Piero a Grado” 
Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli




Categoria: Escursione Naturalistica (Educazione Ambientale)
Durata totale: mezza giornata (pranzo al sacco)
Periodo: tutto l’anno
Difficoltà: Percorso pianeggiante, fruibile anche da persone diversamente abili e bambini piccoli, il percorso è dotato di servizi igienici e acqua corrente
Sviluppo percorso: 2 km circa
Tempo di percorrenza: 2 ore
Descrizione: Partendo dalla Basilica di San Piero a Grado (Nel luogo dove sorge questa splendida basilica, laddove un tempo l'Arno sfociava nel mare, vi era una spiaggia, o meglio un porto che esisteva già in epoca etrusca secondo Cluverio (geografo tedesco del 1600). Ad oggi la costa si trova a 5 km di distanza e il mare non si vede più. La tradizione dice che qui sarebbe sbarcato nel 44 d.C. San Pietro in viaggio dalla Palestina e vi avrebbe celebrato la prima celebrazione eucaristica in Italia, per poi recarsi a Roma. Pietro utilizzò per l'evento un altare, una colonna con un piano di marmo, presente ancora oggi all'interno della chiesa, precisamente nell'abside sotto il ciborio tardo gotico. Questa colonna fu nel tempo incorporata dentro un altare e qui ritrovata durante i ripristino degli anni 1955-58) si raggiunge il sentiero dei Tre Pini, dedicato agli antichi mestieri del Parco. Il sentiero percorre un anello completamente pianeggiante, di breve lunghezza, fruibile anche da persone diversamente abili. L'area si presenta molto interessante per la varietà di specie naturali. Si passa infatti da ambienti con cenosi forestali prevalentemente a specie mesoigrofile – come il Frassino, l'Ontano, il Pioppo bianco – ad aree con pinete miste a Leccio, accompagnate dalla presenza di grosse Querce, come la Farnia. Per il sottobosco si rilevano essenze arboree come l'Edera, il Cuscus, il Pungitopo ed alcuni arbusti minori. Nello sviluppo morfologico dell'area, l'ambiente prettamente di “lama” si alterna ad un ambiente di “Tombolo”. All'interno del percorso è presente altresì un piccolo invaso contornato da specie particolari come il Cipresso calvo, i Gattici e la rara liana Periploca Greca
Ritrovo: ore 09.00 presso la Sede del WWF Largo C. Marchesi, 1 Cisanello (Pi) oppure: ore 10:00 di fronte alla Chiesa di San Piero a Grado
Info e prenotazioni: Marcello Marinelli 349/8542253  marinelli.marcello@gmail.com marinelli.marcello@pec.it 
Quota: 6,00  comprendente accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica (AIGAE) e assicurazione





Camminare lungo le  dune costiere:
 da Bocca di Serchio alla Riserva
Naturale Orientata della Bufalina




Tipologia: escursione con Guida Ambientale Escursionistica periodo: tutto l’anno
Tempi di percorrenza: 5/6 ore (salvo le pause) pranzo al sacco
Difficoltà: Medio-facile il percorso è di circa 10 km
Descrizione: Partenza dal piazzale Montioni a Marina di Vecchiano: si percorre la pista ciclabile e si raggiunge la spiaggia verso la foce naturale del Serchio: dove si sosta per ammirare il panorama verso S. Rossore. Lungo le dune esiste un’area di nidificazione del fratino (Caradrius alexandrinus) un piccolo limicolo che nidifica sulla sabbia; quest'area viene controllata periodicamente dal 2002, nei mesi primaverili fino all'inizio dell'estate, dai volontari delle associazioni ambientaliste (Legambiente, Lipu e WWF) che effettuano turni di sorveglianza per seguire la schiusa delle uova e l’involo dei piccoli. Nei pressi nidificano anche il pendolino e la gabbianella.
Si percorre la spiaggia verso nord lungo  le dune fino alla Riserva Naturale della Bufalina, ai margini di Torre del Lago,  dove insieme al Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli, conosceremo la storia e la funzione del canale Bufalina, importante nodo idraulico e scolmatore del Lago di Massaciuccoli. Capiremo come viene gestito il canale e l'importanza degli impianti idrovori per trattenere l'acqua nei periodi estivi e per controllare i livelli del lago e della falda della pineta, fino a Torre del Lago.
Camminando lungo le dune si ammirano le specie psammofile, fra le quali ricordiamo il giglio di mare, la soldanella, l'elicriso, l'euforbia delle spiagge, la calcatreppola, la carota di mare, l'erba medica marina, l'ammofila e la preziosa verga d'oro delle spiagge, endemismo dei litorali toscani settentrionali. 
Poi percorriamo il sentiero lungo il bosco costiero, all'ombra di pini e lecci e, nelle zone più umide,  di farnie pioppi e frassini da dove ci si sposta verso la spiaggia per la sosta pranzo dove si possono ammirare  le praterie di elicriso, la macchia, i boschi e in lontananza le Alpi Apuane. 
Si riprende poi il cammino, rientrando verso sud lungo Via del Balipedio circondata da macchia mediterranea, dove spiccano per colori e profumi, bacche e fiori di corbezzolo e smilace, accompagnati da folti ginepri e altre specie tipiche. 
Ritrovo: ore 09.00 presso la Sede del WWF Largo C. Marchesi, 1 Cisanello (Pi) oppure: ore 10:00 al piazzale di Montioni a Marina di Vecchiano (Pisa), raggiungibile in autostrada dalla via Aurelia deviando verso la costa all’altezza di Migliarino Pisano (A12 uscita Pisa nord)
Info & prenotazioni: Marcello Marinelli 349/8542253 marinelli.marcello@gmail.com  marinelli.marcello@pec.it
Prezzo: 6,00 € comprendente accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica (AIGAE) 








  OASI WWF BOSCO DI CORNACCHIAIA

Categoria: Escursione Naturalistica (Educazione e Didattica Ambientale) tutto l’anno
Grado di difficoltà: bassa
Dislivello: m 0
Durata del percorso: ore 5
Lunghezza percorso: Km 12
Ritrovo: Partenza dalla sede del WWF Pisa alle ore 09:00 con auto proprie (Via Betti – C. Scolastico Concetto Marchesi)
Escursione:
Si entra lungo il percorso principale osservando sughere, lecci, pini, pungitopo, ci si ferma presso l’aula didattica per una breve sosta. Si prosegue fino all’osservatorio delle tartarughe per osservare le Emys orbicularis; si prosegue poi fino  all’osservatorio degli acquatici, dove (nel periodo invernale) per arrivarci si deve attraversare una parte di bosco allagato, la zona più caratteristica e importante di Cornacchiaia tutta circondata da frassini. Per tale motivo sono necessari gli stivali al ginocchio
Sosta per il pranzo a casa Elia, vecchio ristorante dei cacciatori attualmente chiuso. Si torna
indietro passando vicino all’idrovora di Calambrone dove si trova una zona umida salmastra. Si
costeggia lo scolmatore fino alla spiaggia. Rientro a Tirrenia per il lungomare.
Percorso stradale: via del Mare, viale Pisorno fino a Tirrenia si prosegue lungo Viale del Tirreno in direzione Calambrone, si percorre  Via dei Porcari fino alla sbarra inizio Oasi
Il bosco di Cornacchiaia, situato all'estremità meridionale della Tenuta di Tombolo, all'interno del
Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, si estende per circa 89 ettari che
ricadono su terreni di proprietà del Comune di Pisa e dell’Università di Pisa. L’area è all'interno
del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) IT5160002 denominato Selva Pisana. Dal 2008 con la convenzione dell’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli è Oasi WWF ed è in gestione all’Associazione WWF Alta Toscana Onlus
Il bosco di Cornacchiaia rappresenta il settore di foresta del Parco, dove meno incisive sono state le alterazioni da parte dell'uomo e degli animali. Il sottobosco è perfettamente conservato.
Sono inoltre presenti numerosi canali d'acqua dolce e pozze circolari in cui si trova una
vegetazione igrofila palustre
Equipaggiamento: scarpe da trekking, (stivali al ginocchio, mantella nel periodo invernale), pranzo al sacco
Info & prenotazioni: Marcello Marinelli 349/8542253 marinelli.marcello@gmail.com  marinelli.marcello@pec.it
Prezzo: 6,00 € comprendente accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica (AIGAE) 



  

       



             OASI WWF DUNE DI TIRRENIA

Categoria: Escursione Naturalistica (Educazione e Didattica Ambientale) tutto l’anno
Grado di difficoltà: bassa, fermata Bus di linea davanti all’ingresso
Dislivello:  0/4 m
Durata del percorso:  1/2 ore con soste nella parte panoramica sopra le dune per ammirare il mare
Lunghezza percorso: 1/2 km
Ritrovo: Partenza dalla sede del WWF Pisa alle ore 09:00 con auto proprie (Via Betti – C. Scolastico Concetto Marchesi)
Descrizione:
L’Oasi WWF Dune di Tirrenia (20 ettari) è nata nel 1997 in collaborazione col Parco, il Comune e la Provincia di Pisa in una zona del litorale che presenta un rigoglioso sviluppo della macchia mediterranea, rinata insieme ai pini marittimi grazie alla nuova disponibilità di spazio e di luce seguiti ad un incendio avvenuto qualche anno prima. Nella fascia vicino al mare ritroviamo le tipiche specie psammofile, mentre in posizione più arretrata sussistono ancora, fra le macchie basse, alcuni frammenti di bosco, risparmiati dal fuoco, in cui vegetano ontani, pioppi, pini e qualche annoso leccio. L’area è attraversata da alcuni sentieri, fra cui un percorso-natura per disabili, ed è dotata di tabelle didattiche e barriere in legno che delimitano le dune adiacenti alla spiaggia, in parte libera e in parte attrezzata. Fra le essenze mediterranee sono presenti il ginepro coccolone, l’alaterno, la fillirea , il corbezzolo, il leccio, la ginestra odorosa e il cisto: queste ultime due entità sono molto abbondanti e conferiscono grande bellezza al sito con le loro sgargianti fioriture primaverili. Fra le specie della sabbia (psammofile) è particolarmente rigogliosa e abbondante la preziosa verga d’oro delle spiagge, endemica della costa dell’alta Toscana, frammista a piante più comuni come la calcatreppola, l’ammofila, la carota di mare, l’elicriso, l’euforbia delle spiagge e il giglio di mare.
Nei retroduna è presente anche la periploca greca, pianta di aspetto molto simile alle liane tropicali, che sopravvive come relitto del Terziario solo in pochi siti del Mediterraneo e del Mar Nero. Fra gli animali sono presenti il tasso, lo scoiattolo, il ghiro, la volpe, il coniglio selvatico, il biacco, il gruccione, il picchio, la ghiandaia, il coniglio selvatico, l’occhiocotto e altri piccoli uccelli di macchia.
L’Oasi WWF Dune di Tirrenia si presta particolarmente, per la sua conformazione e per la grande varietà di specie, allo studio delle successioni vegetazionali sul litorale sabbioso, soprattutto per ciò che riguarda le sclerofille sempreverdi di tipo mediterraneo, che trovano qui la più completa diversificazione di tutti litorali del Parco.
Equipaggiamento: scarpe da trekking leggere
Info & prenotazioni: Marcello Marinelli 349/8542253 marinelli.marcello@gmail.com  marinelli.marcello@pec.it
quota di partecipazione  6,00 € a persona, comprendente copertura assicurativa; è obbligatoria la prenotazione
note:  L'escursione è condotta da una Guida Ambientale Escursionistica, ai sensi della L.R. 42/2000 e successive modifiche. In caso di maltempo l'escursione potrà essere rimandata ad altra data
I trasferimenti verranno effettuati con i mezzi propri. La partecipazione alle gite implica la piena osservanza da parte dei partecipanti delle disposizioni relative all’accompagnamento, all’abbigliamento e a quant’altro opportuno, impartite dagli organizzatori
Si raccomanda abbigliamento comodo, scarpe da trekking, copricapo, una borraccia d’acqua 
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al referente dell'escursione

 
   

 
“Fattoria di Migliarino: 
alla scoperta della Riserva del Fiumaccio”

Categoria: Escursione Naturalistica (Educazione e Didattica Ambientale) tutto l’anno
Durata totale: una giornata intera (pranzo al sacco)
Difficoltà: ( T ) itinerario turistico 
Descrizione: Visita guidata finalizzata alla osservazione degli elementi naturali. 
 La tenuta di Migliarino presenta la classica distribuzione della vegetazione sui terreni alluvionali, generati dai sedimenti depositati in mare durante i secoli dall’Arno, nei dintorni della foce. Questi suoli presentano la caratteristica alternanza di “tomboli” e “lame”, ovvero cordoni di dune sabbiose relativi a successive linee di costa, separati l’uno dall’altro da depressioni che testimoniano di antichi stagni costieri, parzialmente colmati man mano che il litorale avanzava verso sud-ovest. 
La lieve differenza di quota fra queste due tipologie morfologiche determina una netta differenza fra le componenti floristiche e vegetazionali che le colonizzano: infatti è tipica delle dune  toscane la vegetazione xerofila,  che allo stato di massimo sviluppo e equilibro (climax)  genera la lecceta, mentre (soprattutto in questa parte più settentrionale della regione) nelle depressioni interdunali (localmente denominate “lame”) vegeta il bosco planiziale, essenzialmente composto di latifoglie d’alto fusto generalmente a foglie caduche, bisognose di maggior quantità d’acqua. 
Fra le specie mesofile o igrofile più interessanti del bosco misto la farnia, l’acero, il carpino bianco, l’olmo, l’alloro,  il frassino ossifillo, il pioppo bianco, l’ontano nero, la rara periploca greca, mentre, associati al leccio, si incontrano spesso l’erica arborea, il corbezzolo (queste due specie nel Parco si trovano soprattutto a Migliarino), la fillirea e talvolta il pungitopo; nella tenuta sono molto abbondanti  i pini,  frutto di impianti artificiali, come va sempre ricordato: in ambiente dunale dunque, più che la lecceta, a Migliarino è diffusa la pineta, domestica o marittima, e il leccio o altre specie mediterranee sono presenti più che altro come sottobosco,  poiché in questo sito  è avvenuta, come in molte analoghe zone del Parco, la sistematica sostituzione del leccio col pino, che negli ultimi secoli ha generato nella costa toscana l’immagine ormai familiare della pineta. 
La pineta, come qualsiasi bosco coltivato,  è sottoposta periodicamente a diradamenti, tagli a raso e rinnovo, con la conseguenza che ogni tanto ci si può imbattere in aree temporaneamente scoperte, provvisoriamente occupate da piccoli pini e vegetazione mediterranea pioniera, come il cisto. A Migliarino sono presenti le specie animali più diffuse nel Parco, come il picchio,  la ghiandaia e alcuni rapaci diurni e notturni, gli uccelli acquatici, il cinghiale, il daino , la volpe, il tasso, lo scoiattolo, il ghiro e la testuggine palustre.
Di grande interesse scientifico e paesaggistico è la riserva naturale del “Fiumaccio”, una lunga palude, parallela alla linea di costa, che attraversa da nord a sud quasi tutta la tenuta, generata da un antico ramo del Serchio ormai distaccato dal fiume L’area, ricca di farnie, frassini, pioppi e carpini secolari, è impreziosita dalla presenza del cipresso calvo (Taxodium distichum), specie tipica delle paludi del nord America e qui inserita dalla famiglia Salviati, (cresce in pianure umide, o allagate stagionalmente, nelle anse sabbiose e limose di fiumi e torrenti, anche in suolo paludoso, in cui sopravvive, anche in carenza di ossigeno, grazie alle radici respiratorie chiamate pneumatofori") da secoli proprietaria di Migliarino; essa si è adattata benissimo nelle  lame, come dimostra il maestoso esemplare riportato nella cartina allegata. Sempre a Migliarino si trova la “Quercia del Cinto”, farnia isolata in una radura fra la pineta e la riserva del Fiumaccio.  Altra componente esotica di spicco sono le diverse sequoie piantate, sempre dai Salviati, alla fine del’800, che vegetano nella parte nord della lama. In questa zona è presente un piccolo edificio storico che potrebbe assolvere funzioni di ospitalità per escursionisti e di aula didattica per scolaresche
Info e prenotazioni: Marcello Marinelli 349/8542253 socio AIGAE
Ritrovo: ore 09.00 presso la Sede del WWF Largo C. Marchesi, 1 Cisanello (Pi) oppure: ore 10:00 davanti al Circolo ACLI di Migliarino, di fronte alla Chiesa. Faremo una sosta presso la Pinolaia vecchio edificio adibito alla lavorazione del pinolo ora divenuto un museo didattico per proseguire fino località “Immaginetta” in via dei Pini a Migliarino Pisano entrando, in punta di piedi nella proprietà Salviati
Quota: 6,00 € (comprendente accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica ed assicurazione


                interno della Pinolaia, macchinari per la lavorazione delle pigne









PADULE DI POGGIO DI MEZZO
VISITE GUIDATE A NUMERO CHIUSO
 


Categoria: Escursione Naturalistica (Educazione e Didattica Ambientale) numero chiuso solo per esperti
Durata totale: una giornata intera (pranzo al sacco)
Difficoltà: ( T ) itinerario turistico 
Descrizione: La zona umida del Paduletto, che ricopre una superficie di circa 25 ettari, si sviluppa lungo l’argine sinistro del Fiume Morto Nuovo fino al sistema delle cateratte che, poste sulla riva destra, regimano il Fiume Morto Vecchio. Il Padule di Poggio di Mezzo  una zona palustre delimitata a sud dal corso del Fiume Morto e a nord dal fosso dell’Anguillara. A nord di questo piccolo padule si ergono gli antichi cordoni dunali; tali dune, dall’altezza considerevole variabile tra i 16 e i 18/20 metri, facendo da scudo ai freddi venti boreali hanno reso possibile all’interno del Padule  la presenza di specie vegetali che altrove sono state cancellate dagli eventi glaciali, quali la felce florida, l’erba scopina, l’ibisco rosa, la periploca graeca (una liana rarissima) e l’orchidea palustre. 
Info e prenotazioni: Marcello Marinelli 349/8542253 socio AIGAE
Ritrovo: ore 09.00 presso la Sede del WWF Largo C. Marchesi, 1 Cisanello (Pi) oppure: ore 10:00 davanti al Circolo ACLI di Migliarino, di fronte alla Chiesa. Faremo una sosta presso la Pinolaia vecchio edificio adibito alla lavorazione del pinolo ora divenuto un museo didattico per proseguire fino località “Immaginetta” in via dei Pini a Migliarino Pisano entrando, in punta di piedi nella proprietà Salviati
Quota: 6,00 € (comprendente accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica ed assicurazione
mailto:marinelli.marcello@gmail.commailto:marinelli.marcello@pec.itmailto:marinelli.marcello@gmail.commailto:marinelli.marcello@gmail.commailto:marinelli.marcello@pec.itmailto:marinelli.marcello@gmail.commailto:marinelli.marcello@gmail.commailto:marinelli.marcello@pec.itmailto:marinelli.marcello@gmail.commailto:marinelli.marcello@pec.itshapeimage_5_link_0shapeimage_5_link_1shapeimage_5_link_2shapeimage_5_link_3shapeimage_5_link_4shapeimage_5_link_5shapeimage_5_link_6shapeimage_5_link_7shapeimage_5_link_8shapeimage_5_link_9